Catturare l’attenzione
25 Gennaio 2021

Annoiando non ce la faremo mai!
Qualche anno fa ero in vacanza con la famiglia in Croazia.
Sulla strada di ritorno dal meraviglioso Parco di Plitvice (ne consiglio vivamente la visita!) ci imbattemmo in un orso…
che decise, uscendo dal bosco che costeggiava la larga superstrada, di entrare nella carreggiata e venirci incontro. Rallentare l’andatura non bastò ad evitare l’impatto, visto che l’animale aveva percepito la nostra auto come un pericolo e aveva cambiato addirittura la sua direzione per affrontarci…
Per fortuna la velocità del veicolo era bassa e l’urto per il malcapitato assalitore non fu grave: dopo il botto si rialzò un po’ stordito e fuggì nel suo bosco…

Ecco, ogni singolo momento di quell’accadimento (in tutto parliamo di un centinaio di secondi o poco più) lo ho ancora oggi -a distanza di più di dieci anni- ben impresso nella mente! Le emozioni infatti hanno influito su alcune parti del cervello e questi ricordi si sono scolpite nella mente.
Più è alta l’attenzione che il nostro cervello rivolge al vissuto, maggiore sarà la memorizzazione nel tempo. Un’emozione forte (e se avessimo ucciso l’orso? Se l’orso avesse rotto un finestrino?) comporta un importante livello di attenzione!
Catturare l’attenzione, appunto…
Una maggiore attenzione equivale ad un migliore apprendimento!
Gli studi provano che prestare attenzione
aumenta la capacità di memorizzazione
Mediamente, se non c’è una motivazione forte a concentrarci, quando seguiamo una lezione, quando partecipiamo a un evento, quando ascoltiamo qualcuno parlare, la nostra capacità di concentrazione si esaurisce dopo soli 10 minuti…
Accidenti… 10 minuti! E poi che succede? Come possiamo ri catturare l’attenzione?
Poi i relatori, i formatori, chi sta trasmettendo informazioni insomma, dovrà trovare il modo di tenere alta la concentrazione… o meglio, dovrà trovare altri 10 minuti di attenzione, poi altri 10, e così via. Bisogna insomma creare dei “ritmi di attenzione”. Ma come?
Il tutto ha a che fare con il nostro cervello…
Ciò che cattura la nostra attenzione è strettamente connesso
alla memoria, all’interesse e alla consapevolezza
Siamo attratti più facilmente da situazioni che ci ricordano qualcosa. E facciamo ricorso alle nostre esperienze passate per decidere dove, come e quando porre l’attenzione.
Se l’interesse che proviamo inizialmente è grande, maggiore sarà l’attenzione che noi presteremo. In altre parole, se partecipiamo ad un incontro con una forte motivazione, sarà più facile che la nostra concentrazione sia alta e che ne consegua una buona memorizzazione. E se gli argomenti sono “vicini” a noi, ancora meglio!
Elementare… verrebbe da dire.

Avete mai fatto caso che quando abbiamo qualcosa in testa che ci sta coinvolgendo parecchio, siamo particolarmente ricettivi? Per esempio, stiamo valutando l’acquisto di una bicicletta con la pedalata assistita: noteremo solo bici elettriche ovunque andremo; adocchieremo tutte le biciclette della città e saremo attratti dalle loro caratteristiche. Questo perché la nostra mente mette in primo piano un argomento “a noi caro”.
Ecco, l’attenzione e la memorizzazione di qualcosa funzionano allo stesso modo… Quanto ci interessa davvero quell’incontro?
Vero è anche, perlomeno in alcuni casi, questa altra dinamica: l’attenzione crea interesse!
Esempio: il mio capo mi invita a partecipare ad un convegno; io non ne ho nessuna voglia, perché so che si tratteranno argomenti triti e ritriti e non ci caverò nulla di buono per me o per l’azienda.
E invece i relatori e gli organizzatori sono così in gamba che un argomento per me poco attraente si rivela inaspettatamente molto invitante e interessante.
Nuovi stimoli, nuove idee e anche nuove modalità -perché no- possono imbrigliare la nostra attenzione a servizio di un maggior interesse.
Provando perciò a rompere gli schemi, a stravolgere i cliché, a cercare strade alternative… possiamo arrivare al nostro obiettivo: interessare, attrarre, coinvolgere. Catturare l’attenzione, ben appunto!
L’attivazione dei nostri 5 sensi
gioca un ruolo importante
La vista è il primo, l’indiscussa regina
in quanto il più immediato e pronto a darci informazioni. Ma tutti gli altri sono decisivi per aumentare il nostro interesse.
Ecco, pensando ad un incontro con altre persone (facciamo finta di assistere ad una presentazione aziendale in una sala d’albergo) per essere attratti dobbiamo:
- avere interesse (come già detto);
- ascoltare le parole di chi parla, ma anche eventuali effetti audio come suoni, musica o altro;
- guardare le slide, le illustrazioni, i filmati che presumibilmente (e sperabilmente) accompagneranno le parole;
- tatto e olfatto possono sembrare ininfluenti in un esempio come questo, ma immaginate che nella sala dove vi trovate ci sia un malodore… immaginate di sedervi su poltroncine di velluto, laddove il contatto con questo tessuto vi irriti… Anche queste situazioni sensoriali potrebbero influire…

Ancora più che i nostri 5 sensi…
Possiamo dire che sia l’emotività
a giocare un ruolo importantissimo!
A proposito della mia esperienza con l’orso in Croazia…sentite questa!
Al rientro da quel viaggio raccontai per filo e per segno tutto quanto a due cari amici, specificando davvero ogni minimo dettaglio di quell’incontro particolare.
Ecco, a distanza di qualche anno entrambi erano sicuri che io avessi mostrato loro il video dell’accaduto! E questa è la cosa incredibile: narrando quei fatti io evidentemente trasmisi una certa emozione e loro, dopo molto tempo, ricordavano perfettamente di aver assistito alle “scene”… E questo laddove né io né i miei famigliari avevamo nemmeno avuto il tempo di scattare una foto!
Questo ci fa capire quanto sia determinante l’emozione in fatto di ricordi e di attenzione…
È tutto nella nostra testa!
Con forti emozioni l’amigdala rilascia dopamina…
Che funziona un po’ “come un post-it”, facendo sì che il nostro cervello elabori l’informazione con una diversa -e maggiore- attenzione e memorizzando il tutto…
Cerchiamo la chiarezza, la semplicità
Nell’informare, nel formare, nel divulgare e nel comunicare
Dobbiamo cercare di essere molto chiari, soprattutto inizialmente. Più semplici e chiari saremo in partenza, più facile sarà attirare l’attenzione dei nostri interlocutori. Lasciamo che i dettagli e le spiegazioni più tecniche arrivino in un secondo tempo… lasciamo il tempo ai nostri ascoltatori di iniziare il percorso in tranquillità e scioltezza…
Organizzando le nostre Presentazioni in argomenti principali e sotto-argomenti riusciremo facilmente a mettere in pratica questa prassi. E daremo modo agli interlocutori di comprendere l’intera organizzazione della nostra presentazione, dei nostri argomenti.
Una presentazione “organizzata”, “strutturata” è assai meglio di assistere a… “slide dopo slide, dopo slide…”.
Insomma, organizziamo le informazioni! Ci saranno i punti più rilevanti, all’interno dei quali troveremo i sotto-punti e i relativi approfondimenti.
Il significato viene sempre prima dei dettagli!
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